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Come è fatto un parquet

Esistono alcuni criteri basilari per scegliere al meglio il parquet che più si adatta alle esigenze di un ambiente.

Prima di tutto, caratteristiche essenziali devono essere la resistenza e la durezza; poi, bisogna prestare attenzione alla deformabilità a contatto umidità, acqua e calore e, quindi, a un eventuale cambiamento del colore di riflessione della luce.

E’ importante anche decidere in quale contesto inserire il parquet e quindi l’uso della camera che sarà rivestita con esso; da non sottovalutare anche l’assiduità di utilizzo, in quanto questo elemento può determinare la scelta di un tipo di parquet a discapito di un altro.

Naturalmente da non sottovalutare è la spesa in cui si può incorrere se si riveste il pavimento di una camera o dell’intera casa con il parquet, si rischierebbe infatti di andare incontro a cifre per tasche molto larghe.

Infine ma non per importanza, conta molto l’estetica: dopotutto anche l’occhio vuole la sua parte e il pavimento è uno degli elementi fondamentali che fanno parte di un ambiente, quindi è bene sceglierlo con una certa cura.

Se il parquet è destinato ad un ambiente piccolo e con poca luce, è consigliabile optare per essenze chiare perché riescono a ingrandire e a illuminare la stanza, mentre se l’ambiente è già abbastanza grande, allora sono decisamente più adatte essenze scure.

Le essenze resistenti e dure vanno bene se si tratta di un ambiente di intenso passaggio, invece per cucine e bagni è meglio decidere per legni specifici e trattati per avere un’azione mirata.

Parquet massiccio o multistrato?

I due tipi principali di parquet sono multistrato e massiccio. Il primo viene ricavato da un unico pezzo di legno nobile, se dato in stato grezzo, bisogna poi levigarlo bene e darne poi la finitura; quest’ultima invece non va fatta se il parquet viene fornito già lavorato.

Il multistrato infatti viene di solito dato prefinito e, come dice il nome stesso, è formato da più strati: il primo è di legno massiccio, gli altri invece sono in legno o in materiale legnoso.

In ogni caso, per ogni tipo di parquet le norme attuali prevedono ben due interventi di rinnovamento e la posa deve permettere la rimozione di tutto il parquet, eccezion fatta per il multistrato, per cui è possibile sostituire anche solo una o più liste dello strato superiore.

Sempre secondo la normativa, anche il parquet deve avere il marchio CE obbligatorio per produttori, importatori e rivenditori.

Necessario anche il certificato forestale a garanzia che i legnami usati provengano da foreste in cui vigono principi di sostenibilità.

Come scegliere la marca di un parquet

La scelta dell’azienda è meno semplice di quanto si possa immaginare. In commercio, infatti, esistono moltissimi marchi di parquet con caratteristiche specifiche e differenti qualità e geometrie. Analizziamone alcune.

Le diverse qualità di un parquet

Poiché il parquet è un tipo di materiale che può donare o togliere calore all’ambiente in cui viene posto, bisogna prestare attenzione a tutte le sue qualità ma anche a tutti i suoi difetti. Infatti, uno svantaggio rilevante del parquet è quello di esser troppo fragile e delicato e di potersi facilmente macchiare e rovinare con qualsiasi sostanza chimica o, perfino, con un po’ d’acqua.

Decidersi per un tipo di essenza o scegliere le misure dei listelli implica delle conseguenze sia pratiche che tecniche, per cui è preferibile prevenire e imparare a conoscere il parquet prima della posa. Esiste una vasta gamma di essenze e ognuna di loro è caratterizzata da colori, proprietà e origini diverse.

Dividendole per colori, si possono avere essenze di

  • legni chiari
  • legni bruni
  • legni rossi
  • legni scuri

I primi di solito sono caratteristici delle zone nord europee o americane e le qualità più usate per il parquet sono il rovere, il faggio, il ciliegio, il legno di olmo, il frassino, l’acero, il legno di larice e quello di pero.

I legni rossi o scuri invece provengono dal sud America, dall’Africa o dall’estremo oriente e alcune delle tipologie più diffuse sono l’afrormosia, l’iroko, il sirari, il doussiè, il teak, il padouk, il cabreuva, lo jatoba, il makorè, il merbau, il morado e il wengè.

Come già detto, molti sono anche i formati tra cui poter scegliere il proprio preferito: gli elementi del parquet si differenziano, infatti, in

  • listoncini
  • listelli e listoni
  • maxi listoni e maxi plance
  • lamparquet

Ognuno di questi, naturalmente, presenta dimensioni e caratteristiche diverse.

Purtroppo non è possibile trovare tutte le essenze in ogni formato; inoltre, lo spessore dei listelli è imprescindibile dalla messa in posa per cui deve necessariamente corrispondere a quello dei contigui pavimenti.

Se il formato è grande anche lo spessore dovrà essere più alto per permettere una maggiore stabilità del legno. È proprio il formato, quindi, a dettare la geometria e a influire sul risultato estetico del parquet.

Le geometrie di un parquet

Le geometrie più usate sono quella a correre, la geometria a cassero regolare e quella a spina di pesce.

Facile indovinare in che modo siano posti i listelli per quest’ultimo tipo: tra di loro, infatti, i listelli sono disposti in maniera ortogonale, mentre la composizione a spina di pesce può essere posizionata diritta o in diagonale.

Per la geometria a correre, i listelli vengono messi a tolda di nave o a cassero irregolare nel verso della lunghezza, così che le estremità di testa appaiano irregolari. Questo tipo di posa può essere disposta parallela od obliqua alle pareti.

La geometria a cassero regolare riprende quella a correre per il modo di disposizione dei listelli; tuttavia, questi devono avere la stessa lunghezza e vanno congiunti tra loro in modo costante.

Come acquistare un parquet

Una delle principali caratteristiche del parquet è il risultato finale: la scelta del giusto parquet, infatti, è importantissima per l’aspetto estetico dell’intero ambiente in cui si va a posare. L’estetica, però, dipende da vari elementi: l’essenza del legno, il formato, la tecnica di posa scelta e la finitura. Scegliere il parquet giusto, quindi, può essere un vantaggio per molti fattori.

I metodi di finitura del parquet

La fase finale della posa è costituita dalla finitura, fondamentale, per proteggere il parquet e per realizzare effetti estetici diversi.

I metodi di finitura sono sostanzialmente tre: a verniciatura, a cera e a olio. Attraverso l’uso della verniciatura, sul parquet si ottiene una pellicola solida che lo decora e protegge. Con questo scopo si usano le resine, artificiali o naturali e con formulazioni all’acqua, per ridurre le emissioni tossiche e il rischio di fiamme.

La verniciatura serve per ottenere un effetto lucido, opaco od oleato. Se la finitura è a cera, il tipo di cera usata può essere trasparente o colorata, ma soprattutto dev’essere in pasta per consentire la finitura perché la cera liquida serve per la manutenzione.

Una fase molto impegnativa: proprio perché la finitura a cera ha una durata limitata, dev’essere ripetuta nel tempo per riparare ad eventuali cambiamenti avvenuti sulla superficie. La cera, però, conferisce al parquet un aspetto naturale.

Il discorso diventa diverso per l’applicazione della finitura a oli. In questo caso, gli oli devono essere adatti al legno e sciolti in acqua o in solventi organici per preservare l’aspetto originale del parquet. Gli oli si applicano con i rulli o i pennelli e l’olio in eccesso viene eliminato.

Consigli sull’acquisto di un parquet

Forse non tutti sanno che quando si acquista il parquet da un rivenditore, bisogna poter valutare le sue caratteristiche attraverso una denominazione corretta che ne conferisce la possibilità di poter riconoscere le diverse tipologie. Informazioni queste che devono trovarsi sulla scheda tecnica del parquet e che le vigenti normative vogliono allegata al prodotto.

Sulla scheda, quindi, devono essere riportate la denominazione corretta della qualità di legno, la sua provenienza geografica, la descrizione e la sua composizione, nonché le istruzioni per l’uso nella posa e per una corretta manutenzione.

Potrebbe accadere che il nome commerciale delle essenze non agevoli la comprensione del tipo di legno di cui si tratta.

La norma Uni En 13556 chiarisce proprio la differenza tra le denominazioni commerciali e quelle botaniche: per esempio, i pavimenti in bambù non sono ritenuti parquet perché lo stesso bambù non è stato considerato una qualità di legno dal Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Una volta scelto e acquistato il parquet, bisogna passare alla messa in posa.

Ovviamente per questa fase è necessario rimettersi a un posatore esperto che applichi il parquet nel modo corretto. Infatti, è proprio nel momento del contratto con il posatore che conviene stabilire come sarà il risultato finale. In questo modo si possono evitare preoccupazioni inutili ed eventuali contestazioni durante la posa.

Le clausole del contratto devono comprendere le caratteristiche e la natura del pavimento, la tecnica e la geometria di posa, la finitura, i tempi di consegna del materiale nonché i tempi di posa dello stesso, una verifica finale con tanto di annotazione e verbalizzazione del risultato ottenuto e, infine, la specifica sugli altri professionisti coinvolti nel processo di posa.

Come si installa un parquet

Il parquet è uno dei materiali più diffusi per rivestire il pavimento. Si adatta facilmente ad ambienti di tipo più contemporaneo sia ad ambienti un po’ più soft, classici e tradizionali, questo accade perché il parquet è capace di conferire a una stanza sia sobrietà ed eleganza e sia calore e intimità. La difficoltà nello scegliere il parquet consiste principalmente nel fatto che quest’ultimo può avere diverse essenze, metodi di posa e qualità. Per questo si raccomanda di essere seguiti passo dopo passo da un esperto che, in base alle esigenze e al gusto del padrone di casa, valuterà quale possa essere la scelta più giusta.

Installazione di un parquet

Per ottenere un buon risultato finale, è bene scegliere un metodo di posa del parquet che sia adatto a varie esigenze, e quindi bisogna creare un piano di posa idoneo.

Prima di tutto il piano di posa dev’essere di spessore uniforme, resistente, planare, pulito e senza fessurazioni. Per arrivare a questo risultato, bisogna sempre considerare il pavimento da posare e l’uso del locale da rivestire.

Principalmente i tipi di posa sono due:

  • posa incollata
  • posa flottante

La prima prevede che i tasselli del parquet vengano incollati sul piano di posa. In questo caso, la colla va posta sopra i tasselli e non lungo i fianchi, per permettere al legno di assestarsi. La posa flottante viene usata per i tasselli a incastro, a cui si può e si deve aggiungere lungo i lati uno strato sottile di colla vinilica.

Va messo poi un foglio di polietilene che funge da barriera al vapore, e su questo un tassello di sughero o di fibre di legno necessario per l’isolamento acustico, infine avviene la messa in posa del parquet.

Per questa tecnica, è necessario che sia lasciata una fuga perimetrale che si proporzionale alle misure della stanza in oggetto. Nella tecnica a chiodatura invece, il piano di posa è in genere costituito da un massetto con dentro i megatelli, da travetti o tavoltati di legno poggiati al supporto. Vengono usate in questo caso chiodi o anche viti inseriti a 45° per fissare gli elementi a incastro o multistrato.

Il parquet invece del solito pavimento

A volte capita che si voglia sovrapporre il parquet su un pavimento già esistente. Questo può accadere sia perché si vuole cambiare completamente l’arredamento di un ambiente e sia perché non corrisponde più ai gusti del padrone di casa.

A seconda che il precedente rivestimento sia in legno, ceramica, pvc, moquette o linoleum, si procede in maniera diversa. Se si tratta di legno, bisogna prima controllare la stabilità e intervenire per proteggerlo dall’umidità, solo così il parquet può essere posto usando o la posa flottante o la posa incollata.

Anche nel caso della ceramica, si può ricorrere a una delle due tecniche di posa, però per quella incollata le piastrelle di ceramica devono perfettamente aderire al massetto, mentre la superficie dev’essere aggrappante.

Per le altre tipologie di pavimento invece, se si sceglie il parquet con posa incollata, si è costretti a rimuovere tutto il rivestimento, mentre se si decide di posare il parquet utilizzando la tecnica flottante, allora va ridotto lo spessore del pavimento esistente.

Rovere, il più classico dei parquet

Per una casa arredata in stile classico, la scelta del parquet passa anche dalla forma e dalle dimensioni dei listelli di legno. Per una casa classica, infatti, l’ideale è optare per elementi di grandi dimensioni che si caratterizzano per una figura geometrica che ricorda la classica spina di pesce.

L’ideale è scegliere, poi, un massello di rovere al naturare: questo legno, attualmente assai di tendenza, ha numerosi vantaggi: durezza elevata, stabilità, resistenza al calpestio e ai raggi Uv, molte varianti possibili nelle finiture (sbiancatura, verniciatura e altro). Con questo legno, inoltre, si possono contenere i costi ottenendo ottimi risultati estetici.

La posa del parquet in rovere

In questo caso la posa va fatta con una particolare spina di pesce come dicono i francesi. Si tratta di una posa utilizzata per la prima volta nel 1600 per la pavimentazione della camera del re Sole alla reggia di Versailles.

A differenza della tradizionale spina di pesce in cui i listelli rettangolari vengono accostati con un motivo incrociato, nella posta alla francese ci sono elementi più grandi che vengono tagliati a 45° alle loro estremità per poi essere uniti a formare ampie file regolari.

Si tratta di una posa che risalta meglio ed è particolarmente adatta agli ambienti grandi. Questa posa, comunque, si può ottenere con tutte le tipologie di legno ma sono preferibili quelle più distese e poco nodose che non confondono visivamente la geometria del disegno.

Per ottenere un effetto morbido e molto naturale, può essere stesa una vernice all’acqua atossica, inodore e incolore con un effetto vellutato e opaco simile a quello dell’olio. Il vantaggio, rispetto all’olio, è quello di richiedere una manutenzione e un ripristino della finitura meno frequente.

Alternative al rovere con effetti classici

Le alternative migliori al massello di rovere possono essere il Doussié e il Wengé. Il doussié ha caratteristiche simili a quelle del rovere ma si distingue per il colore più caldo, tendente al rosso. Il doussié asiatico conosciuto come merbau è anche più resistente all’acqua e all’umidità. Il wengé originario dell’Africa, in particolare del Congo, ha un inconfondibile colore scuro, quasi nero. Ultraresistente e molto duro, questo parquet è adatto per gli arredi interni sia in ambienti classici che contemporanei. Per un effetto molto simile al parquet, una delle alternative più valide sul mercato attuale, è sicuramente rappresentata dal gres porcellanato, materiale ultra resistente che conserva del parquet la bellezza e la sensazione unica di calore unita, però, alla praticità della manutenzione e della pulizia fornite dalle classiche piastrelle in ceramica.

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