Come funziona un climatizzatore?
Il fine principale di un climatizzatore è quello di raffrescare e ridurre l’umidità dell’ambiente prescelto, all’interno del quale viene posizionato.
La domanda che sorge spontanea, però è: “Come riesce a farlo?” Sia che prendiamo in considerazione un modello di climatizzatore portatile, sia che parliamo di condizionatore fisso la procedura di base è sempre la stessa e con essa anche il principio che viene utilizzato.
All’interno del climatizzatore è presente un fluido, che passa in un circuito chiuso presente nei climatizzatori ed evapora sfruttando l’aria calda che risiede all’interno della stanza che si vuole andare a raffreddare.
Allo stesso modo, quando il medesimo fluido passa all’interno dell’unità esterna e rilascia il calore nell’ambiente desiderato, creando così un processo di condensazione.
Proprio secondo questo principio, dall’unità esterna posta al di fuori dell’ambiente da climatizzare esce la condensa, che non è altro che acqua presente nell’aria dovuta al passaggio di calore.
Durante questo processo il fluido è soggetto a pressioni diverse tra loro: nel momento in cui passa nella batteria interna il fluido è a bassa pressione, successivamente viene compresso da un compressore, così da poter andare nel condensatore, durante questa fase, infatti il fluido si trova ad alta pressione. Infine una valvola di espansione ha come fine quello di far tornare il fluido ad una pressione inferiore.
Per poter procedere con tutti questi scambi è fondamentale che le due unità, quella interna e quella esterna, siano collegate tra loro attraverso le adeguate tubazioni.
Proprio per questo motivo è necessaria l’energia elettrica che serve ad azionare il compressore e quindi a poter aumentare la pressione del fluido.
Quanto Consuma un Condizionatore?
Il condizionatore come detto in precedenza è molto utile, ma allo stesso tempo crea dei notevoli aumenti sulla bolletta. La bolletta della luce, infatti, può subire diverse variazioni sul prezzo, in base al tempo di utilizzo effettivo del condizionatore. Questo naturalmente dipende da molti fattori e soprattutto dalla marca di climatizzare scelta.
Per esempio, i climatizzatori Mitsubishi sono tra i migliori sul mercato, perché sono realizzati con le tecnologie più moderne così da poter offrire affidabilità, efficienza e rispetto verso l’ambiente. Il brand, infatti cerca sempre di scoprire tecnologie innovative e sostenibili mirate a ridurre le emissioni di CO2, ridurre gli sprechi, rispettare la biodiversità e promuovere il riciclo.
Oltre alla marca, il consumo del condizionatore varia anche in base al tipo di funzione che si va ad utilizzare, per questo è sempre meglio conoscere tutti i significati dei simboli presenti sul telecomando così da poter sfruttare al massimo tutte le potenzialità dell’apparecchio senza dover incorrere in inutili sprechi di energia elettrica.
Oltre a questi due fattori appena citati, i consumi variano anche da: dal modello di apparecchio, dalla zona climatica presente e dalle caratteristiche dell’edificio (un edificio vecchio e datato consumerà di più rispetto ad un ambiente ben isolato, capace di mantenere al meglio la temperatura).
Per quanto riguarda la scelta del modello, è sempre bene dar prima un’occhiata alla classe energetica. Come per tutti gli elettrodomestici, è presente una lettera che indica quanto consuma l’oggetto in questione, se la lettera è A o comunque ci si avvicina consumerà meno, rispetto ad un elettrodomestico contraddistinto con la lettera G.
Per quanto riguarda la zona climatica, bisogna tener conto di quanto sole è presente durante il funzionamento del climatizzatore. È normale che per raffrescare una stanza assolata, nella quale fa molto caldo la macchina dovrà utilizzare una maggiore potenza e di conseguenza dovrà consumare una quantità di energia più elevata.
Per concludere possiamo dire che il condizionatore offre numerosi vantaggi, ma ha anche dei costi, che però possono essere notevolmente ridotti scegliendo con cura il giusto macchinario.