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Risparmio energetico: riscaldamento e condizionatori

Regolazione della temperatura e consumi di energia. 1

Isolamento termico degli edifici 1

Impianto di riscaldamento. 2

Impianti di climatizzazione. 4

Regolazione della temperatura e consumi di energia

L’energia consumata all’interno delle nostra case per riscaldare o, a seconda della stagione, rinfrescare gli ambienti è decisamente elevata. L’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) stima che circa un terzo del fabbisogno energetico nazionale sia rappresentato dai consumi dell’edilizia residenziale e che le nostre abitazioni producano, attraverso gli impianti di riscaldamento e condizionamento, circa il 25% delle emissioni di anidride carbonica in Italia.

Consumi elevati significano anche bollette energetiche più salate e, non dimentichiamolo, grandi impatti sull’ambiente. La maggior parte delle apparecchiature utilizzate è infatti alimentata da energia elettrica o fonti non rinnovabili, come ad esempio derivati del petrolio o gas naturale. La sempre maggior consapevolezza della questione ambientale (in primis, del riscaldamento globale) ma anche delle delicate questioni geopolitiche che non garantiscono né la continuità né il costo futuro delle risorse energetiche impone una drastica riduzione dei consumi. Parallelamente, si cerca sempre di più di diffondere un modello di sviluppo basato sullo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili (energia solare, biomasse, eolico, geotermico).

Tagliare i consumi non significa necessariamente peggiorare la nostra qualità di vita: anzi, in alcuni casi è proprio la salute a guadagnarci. Nessuno ci impone di tornare a bruciar legna per scaldarci, né di rassegnarci ad avere la casa come un forno in estate: ma attraverso piccoli accorgimenti possiamo imparare ad utilizzare i sistemi di riscaldamento e condizionamento in modo più sostenibile.

Isolamento termico degli edifici

Prima di tutto, è bene chiarire che cercare di scaldare (o rinfrescare) edifici poco isolati termicamente può essere paragonato al tentativo di riempire un secchio col fondo bucato. Si impiega molta più energia, che in parte viene dissipata inutilmente per via della scarsa inerzia termica degli edifici. Quindi è necessario analizzare lo stato della nostra abitazione, ed intervenire al più presto affinchè l’edificio venga isolato adeguatamente: si può approfittare, a proposito, degli incentivi governativi che durano fino alla fine del 2010.

L’isolamento può essere attuato con diverse modalità (vedi articolo sull’isolamento termico degli edifici), rappresentate da:

  • coibentazione ed isolamento di pareti, tetti, pavimenti; sostituzione di serramenti obsoleti ed installazione di doppi vetri (lavori svolti da imprese edili specializzate e professionisti);
  • eliminazione di spifferi da finestre, porte e portefinestre; isolamento dei cassonetti delle tapparelle (interventi realizzabili da chiunque).

L’attuazione degli interventi sull’edificio in sé (come, ad esempio, l’isolamento a cappotto) aumenta anche il valore di mercato dell’immobile, in virtù della sua maggiore efficienza energetica. Un investimento, dunque, vantaggioso anche per il proprietario.

Una volta realizzato il miglior isolamento possibile per la nostra abitazione, possiamo “imparare” dunque a gestire correttamente gli impianti di riscaldamento e di condizionamento.

Impianto di riscaldamento

Un requisito fondamentale per l’efficienza dell’impianto di riscaldamento è la sua efficienza di funzionamento, ma anche la sua corretta regolazione. Per questo, il controllo periodico (una volta all’anno) dell’efficienza è obbligatorio per legge (D.P.R. n. 412 del 26/08/1993, D.Lgs. n. 192 del 2005) e deve essere eseguito da tecnici autorizzati. Le verifiche prevedono il controllo della temperatura e l’analisi dei fumi in uscita dalla caldaia (ogni due anni), la regolazione della combustione all’interno del bruciatore, la pulizia dell’impianto. Il risultato dei controlli deve essere riportato sull’apposito libretto di cui ogni impianto è corredato; se le regolazioni non consentono alla caldaia di raggiungere le performance di rendimento prescritte dalla legge, è obbligatoria la sua sostituzione. Conviene, in genere, sostituire comunque gli impianti molto vecchi (con età superiore ai 10-15 anni), visto che sul mercato sono disponibili caldaie ad elevata efficienza energetica la cui installazione è economicamente più vantaggiosa rispetto al mantenimento degli impianti obsoleti. Le caldaie a condensazione, ad esempio, consentono risparmi sul consumo di metano fino al 20%, e il loro acquisto è avvantaggiato dalla presenza degli ecoincentivi validi fino alla fine del 2010.

Meglio inoltre approfittare dei mesi estivi per controllare lo stato delle tubature della caldaia: se sono poco isolate, si può avere un’inutile (e dispendiosa) dispersione del calore generato.

L’accensione dell’impianto di riscaldamento è regolamentata dalla legge, ed in particolare dal D.P.R. n. 412/93. Questo significa che non ci è consentito, nell’ottica del risparmio energetico, accendere la caldaia a nostro piacimento, ma dobbiamo attenerci alle date imposte per legge per ciascuna zona climatica di appartenenza. Il territorio nazionale è infatti suddiviso in sei zone climatiche; per vedere a quale zona appartiene il Comune di residenza, si può consultare il sito http://www.confedilizia.it/clima-ZONE.htm. In base alle zone climatiche le date di accensione sono più ravvicinate (A, zone a ridosso del mare o al meridione) o distanziate fra loro (F, zone montane o nel nord Italia), come riportato nella tabella sottostante.

Zona climatica Periodo di accensione Ore giornaliere consentite
A 1 dicembre – 15 marzo 6
B 1 dicembre – 31 marzo 8
C 15 novembre – 31 marzo 10
D 1 novembre – 15 aprile 12
E 15 ottobre – 15 aprile 14
F Nessuna limitazione Nessuna limitazione

Alcuni Comuni sono comunque disciplinati da provvedimenti autonomi di competenza del Sindaco, ed è sempre facoltà dell’amministrazione comunale variare i periodi di accensione estendendoli nel caso di situazioni climatiche particolari; ad esempio, ondate di freddo precoci in autunno o tardive in primavera possono far anticipare l’entrata in funzione degli impianti o posticiparne lo spegnimento.

Per legge, la temperatura massima consentita all’interno degli edifici è di 20°C. Ogni grado in più all’interno delle nostre case causa un aumento dei consumi addirittura del 6-8%! Quindi, meglio tenere le temperature al di sotto di questa soglia (e mettersi eventualmente un maglione in più) può consentire di risparmiare molta energia. Inoltre, bisogna ricordare che la presenza di persone all’interno di un locale crea il cosiddetto “effetto stalla”: ciascun occupante è in grado, in poco tempo, di far innalzare la temperatura di uno o due gradi. Quindi, se nella stanza ci sono più persone, il riscaldamento può anche essere impostato sui 16-18°C.

Di notte, la caldaia va abbassata fino a temperature di 16°C circa, che sono più che accettabili se dormiamo con un buon piumone. In alternativa, se possediamo un impianto dotato di timer, si può spegnere il riscaldamento di notte e programmarne la sua accensione un paio d’ore prima della sveglia, in modo da trovare la casa sufficientemente calda. I timer sono davvero utilissimi ai fini del risparmio energetico: se ad esempio per via del lavoro passiamo molte ore fuori casa e non rimane nessuno ad occuparla, si può regolare il timer in modo tale che le temperature vengano lasciate basse durante il giorno ma, al nostro arrivo, siano ottimali.

D’inverno le giornate sono più corte, quindi è bene abbassare le tapparelle e chiudere le persiane non appena la luce esterna non è più in grado di illuminare la casa: una grandissima dispersione termica, infatti, è causata dalla presenza delle finestre (soprattutto se non dotate di doppi vetri).

Di tanto in tanto è necessario ventilare i locali per cambiare l’aria: in questo caso, le finestre vanno lasciate aperte il minimo tempo indispensabile. Per garantire un ricambio efficace e veloce si possono aprire per un minuto o due tutte le finestre di casa contemporaneamente, per poi richiuderle il prima possibile. Assolutamente da evitare, quindi, le finestre lasciate socchiuse per molto tempo. Se invece siamo costretti ad aprire le finestre perché all’interno fa troppo caldo, significa che abbiamo esagerato con il riscaldamento: abbassiamolo dunque fino a portare le temperature a livelli accettabili.

I termosifoni devono essere privi di qualsiasi ostacolo alla circolazione dell’aria: tendaggi, copricaloriferi e, può capitare, bucato messo sopra ad asciugare fanno sì che il calore non venga trasmesso in modo efficace al locale, costringendoci ad innalzare inutilmente il livello di funzionamento della caldaia. Per asciugare più velocemente il bucato, meglio stenderlo su stendibiancheria collocati nelle vicinanze del termosifone. Attenzione, poi, all’eventuale aria presente nei radiatori: la sua presenza ne compromette seriamente l’efficienza. Periodicamente, è bene farla uscire; se i termosifoni non sono provvisti di queste valvole di sfiato (cosa che può capitare, ad esempio, con i modelli meno recenti), qualsiasi termoidraulico le può installare in modo semplice e relativamente poco costoso. Per aumentare l’efficienza dei termosifoni posizionati lungo le pareti esterne della casa si possono posizionare pannelli isolanti o termoriflettenti fra parete e radiatore: in questo modo, il calore non andrà a scaldare inutilmente un muro freddo, ma verrà riverberato verso l’interno della stanza.

Nelle case di nuova concezione il riscaldamento con termosifoni è spesso sostituito da sistemi radianti a pavimento o a parete: questi sono assolutamente da preferire, poiché garantiscono il massimo confort termico con un utilizzo ridotto di energia.

Se nel nostro appartamento, oppure sul luogo di lavoro, sono presenti stanze usate solo saltuariamente (ad esempio ripostigli, stanze degli ospiti o sale riunioni), si può abbassare la temperatura dei loro termosifoni e chiudere le porte divisorie quando questi ambienti non sono utilizzati.

Nel caso di condomini con riscaldamento centralizzato, gli sprechi di energia sono rilevanti: infatti, per mantenere temperature accettabili ai piani più bassi e più alti, si hanno ai piani intermedi delle temperature spesso troppo alte. La soluzione migliore sarebbe la dismissione del riscaldamento centralizzato, posizionando in ciascun appartamento un sistema di regolazione e contabilizzazione del calore autonomo.

In alcuni casi può capitare che, per il riscaldamento di certi ambienti come le cantine o il bagno, si utilizzino delle stufette elettriche. Ebbene, queste apparecchiature sono fra le più energivore presenti nelle nostre abitazioni: il loro utilizzo è da ridurre al minimo.

Impianti di climatizzazione

D’estate possedere un impianto di climatizzazione a casa significa migliorare la propria qualità di vita, soprattutto nelle grandi città dove le ondate di calore e l’afa si fanno sentire più pesantemente. I climatizzatori consumano però quantità considerevoli di energia, e negli ultimi anni la loro diffusione praticamente capillare ha determinato consumi di elettricità estivi addirittura superiori a quelli invernali. Di conseguenza si ha una probabilità sempre maggiore che avvengano dei black out, poiché la rete elettrica non riesce a soddisfare le richieste complessive di energia. Il corretto uso degli impianti di climatizzazione, oltre al risparmio energetico, può anche migliorare la nostra salute perché, se è vero che i condizionatori alleviano la pressione dell’eccessivo calore, è anche vero che spesso sono utilizzati in modo scorretto.

Prima di tutto, bisogna cercare di far entrare in casa meno calore esterno possibile: le soluzioni per l’isolamento termico sopra descritte non solo sono efficaci d’inverno, ma anche d’estate impediscono gli scambi di calore. Quindi la priorità è rappresentata dall’installazione di doppi vetri, dalla chiusura degli spifferi e dal posizionamento di sistemi isolanti.

Dovendo poi regolare il funzionamento del condizionatore, la scelta della temperatura non deve mai essere lasciata al caso, ma va fatta in base alle temperature esterne. La differenza fra interno ed esterno non dovrebbe mai superare i 6-7°C. Scarti superiori possono causare shock termici quando usciamo di casa e, viceversa, quando passiamo dal troppo caldo all’eccessivo freddo si rischiano raffreddori, costipazioni, dolori muscolo-scheletrici o reumatici e malesseri come le pericolose congestioni. Sono soprattutto i bambini e gli anziani a rischiare di più, perciò è bene non esagerare con l’utilizzo dei condizionatori; la temperatura ideale si aggira, dunque, fra i 24 e i 28°C. È buona norma, se dobbiamo uscire, spegnere il condizionatore almeno una mezz’oretta prima: in questo modo il nostro corpo riuscirà ad adattarsi meglio alle temperature esterne.

I condizionatori vanno installati a debita distanza da qualsiasi manufatto che ne ostacoli l’aspirazione e l’emissione di aria, e lontano da qualsiasi fonte di calore (come, ad esempio, altri elettrodomestici o dove avviene l’irraggiamento diretto dal sole). Durante le ore più calde è bene non utilizzare apparecchiature domestiche che producono calore quale forno, asciugacapelli, ferro da stiro.

Se non siamo a casa, ricordiamoci di spegnere il condizionatore, per poi accenderlo al nostro ritorno; analogamente, negli ambienti utilizzati solo saltuariamente i condizionatori vanno accesi solo quando questi sono effettivamente frequentati. E le porte divisorie, ovviamente, vanno tenute chiuse.

Il condizionatore ha una migliore efficienza di riscaldamento quando i volumi trattati sono ridotti: perciò, è meglio impostare velocità di ventilazione basse, che consentono un miglior raffreddamento e deumidificazione delle masse d’aria. Il flusso di aria non deve essere mai rivolto direttamente sulle persone. I filtri dei condizionatori vanno puliti spesso, per evitare l’accumulo di sporcizia, polline, acari e batteri.

Per non sprecare inutilmente energia, finestre e porte vanno tenute ben chiuse se è in funzione il condizionatore. Analogamente alla stagione invernale, per cambiare l’aria in tutta casa è preferibile aprire contemporaneamente tutte le finestre, richiudendole non appena lo riteniamo opportuno. Durante le ore centrali della giornata, tenere abbassate le tapparelle e chiuse le imposte ostacola l’entrata del calore.

Una buona alternativa ai condizionatori è rappresentata dai deumidificatori: rimuovendo dall’aria l’umidità in eccesso, permettono al nostro corpo di disperdere meglio il calore e quindi di risentire meno dell’afa. Queste apparecchiature hanno inoltre consumi energetici molto minori rispetto agli impianti di condizionamento; il livello di umidità ottimale da impostare è attorno al 40-60%. Anche i ventilatori a soffitto possono essere una soluzione economica ma efficace per contrastare l’eccessivo calore.

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5 Comments

  • pino ha detto:

    buona a sera
    uso spesso i condizionatori per riscaldare l’abitazione e utilizzo la lavatrice in fasce ridotte, cio’ nonostante mi arrivano bollette da paura, enel mi consiglia per risparmiare di trovare un gestore con condizioni particolari. ma quale potrebbe un fornitore di energia elettrica affidabile con l’eventuale tariffa oraria 24 h?
    grazie per cortese attenzione.

  • Andrea tstore ha detto:

    Perche illuminarsi di meno quando ci sono dei strumenti che aiutano contro la dispersione energetica? Ci sono in commercio delle termocamere che visualizzano in modo non invasivo le dispersioni termiche. grazie a loro possiamo consolidare l’assetto della casa. Monitorare le caldaie oppure l’umidità delle pareti. Un altra funzione e il monitoraggio delle celle non funzionanti nelle strutture fotovoltaiche.

  • alfredo ha detto:

    se di sera uso i condizionatore consumano meno della caldaia a gas?

  • Mario Zaccaria ha detto:

    Sono un dipendente statale,nel laboratorio dove lavoro, ho un direttore con le “caldane”. Condizionatore generale a palla, praticamente l’ideale per i pinguini.
    Vorrei, insieme ai miei colleghi, sapere gli articoli di legge che regolamentano la climatizzazione dei locali, e le temperature minime per l’uso.Grazie

  • giuliano ha detto:

    Buona sera
    sono in cerca di una soluzione per riscaldare e climatizzare un piccolo trilocale ; non ci sono predisposizioni di alcun genere, ne caloriferi , nulla . E’ un appartamento antico in centro storico e il problema è che a causa di vincoli architettonici non posso demolire i pavimenti, non ho balconi, non ho autorizzazioni ad appendere unità esterne e anche a fare fori su facciate per macchine tipo “unico” . Solo le pareti divisorie posso demolire.
    Ho sentito paralre di scambiatori raffreddati ad acqua interni, ma ….elevato consumo d’acqua , che costerebbe sia in prelievo che in scarico….. vero?.
    Esiste qualche soluzione .
    ringrazio anticipatamente.

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