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Come evitare gli sprechi di cibo

In linea con questi dati, si calcola che ogni anno ciascuna famiglia italiana sprechi qualcosa come 580 euro di cibo, che passa direttamente dal carrello della spesaalla spazzatura: in sostanza, circa il 10% di quello che acquistiamo calcolato su una spesa media mensile di 450 euro. Secondo uno studio dell’Adoc (Associazione nazionale per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori), gli sprechi sono così ripartiti:

  • Acquisti in eccesso (39%);
  • Prodotti scaduti, o andati a male (24%);
  • Offerte speciali acquistate in eccedenza (21%);
  • Prodotti acquistati come ‘novità’, ma non soddisfacenti (9%);
  • Prodotti non necessari (7%).

Alzi la mano la persona a cui non è mai capitato di gettar via del cibo per almeno una di queste ragioni! Ma davvero dobbiamo ‘rassegnarci’ a questa logica di mercato perversa, considerando gli sprechi un effetto collaterale inevitabile? Certo che no.

Come evitare gli sprechi di cibo

Il consiglio generale per evitare gli sprechi è, prima di andare a fare compere, quello di ritagliarsi cinque minuti per controllare lo stato della dispensa e del frigorifero, sedersi ad un tavolo e, carta e penna, stilare la lista della spesa calcolando i fabbisogni in funzione di quanto già a disposizione a casa. Se siamo addirittura troppo zelanti possiamo redigere con anticipo un menu settimanale, per il quale effettuare solo acquisti mirati e da seguire – ovviamente – alla lettera.

Sembra inoltre una cosa ‘da bambini’, ma ricordiamoci che andare a fare la spesa a stomaco vuoto è una delle trappole peggiori per acquistare all’eccesso. Stimolo della fame, “istinto di sopravvivenza” e tentazioni golose portano spesso a riempire il carrello di prodotti non necessari e ad effettuare acquisti di tipo compulsivo: pertanto, meglio andare al supermercato dopo pranzo, o comunque quando lo stomaco non sarà tanto vuoto da prendere il sopravvento sulle nostre facoltà decisionali!

Ma vediamo nel dettaglio quali sono le categorie di alimenti che vengono sprecati e per quale motivo.

Acquisti in eccesso (39%) ed offerte speciali in eccedenza (21%)

La parte del leone degli sprechi viene giocata da questi acquisti sregolati; al supermercato spesso non si riesce a quantificare il fabbisogno del proprio nucleo familiare così, su due piedi. Non è certo colpa nostra, poiché si tratta di un calcolo tutto tranne che immediato. Se poi aggiungiamo che nella famiglia-tipo entrambi i genitori lavorano, è probabile che l’unico momento per fare le spese sia durante il weekend, quando è necessario riempire il carrello col fabbisogno della settimana successiva. E quando l’affollamento dei punti vendita è maggiore, complicando così la facoltà di scegliere e ponderare sugli acquisti il tempo necessario.

Spesso l’abbondanza di offerte speciali (3×2, 4×2, 1+1 gratis, ecc.) complica ulteriormente la faccenda: la tentazione di acquistare quantità rilevanti di prodotto nell’ottica del risparmio a lungo termine è certo una scelta dettata dal buonsenso. Se, tuttavia, parte di queste provviste finisce direttamente nel bidone della spazzatura, ecco che allora il risparmio viene vanificato.

Se per le famiglie con figli la tendenza ad ‘esagerare’ col riempimento del carrello è la fonte principale degli sprechi, vale la pena ricordare che anche i single non sono esenti dal cadere nella stessa rete. In questo caso, la probabile tendenza a frequentare luoghi pubblici e ad incontrare altre persone può indurre al consumare pasti fuori casa con una certa frequenza: ecco che, anche in questo caso, parte della spesa rimane ad invecchiare in frigorifero o in dispensa.

Tra gli alimenti che subiscono maggiormente la triste sorte del bidone della spazzatura vi sono ovviamente quelli freschi: carne, pesce, affettati, ma anche verdura, frutta, uova, pane e formaggi molli.

Prodotti scaduti o andati a male (24%)

Per evitare di cadere in questo errore, la soluzione indispensabile è: prima dell’acquisto, controllare la data di scadenza di ciascun prodotto. C’è chi non sempre si ricorda, e chi sistematicamente non lo fa. Bisogna però ricordare una cosa ovvia: acquistare prodotti che scadono il più possibile in là nel tempo significa avere più giorni a disposizione per consumarli e, cosa ancora più ovvia, riduce la probabilità che questi vadano a male e debbano essere gettati via.

La gestione dei supermercati, ovviamente, ha come obiettivo la vendita della maggior quantità di prodotti possibile e, contemporaneamente, di far tendere allo zero la quantità di alimenti scaduti da togliere dagli scaffali. Per questo motivo alle persone incaricate dei caricamenti (cioè l’esposizione dei prodotti nei banchi frigo e sugli scaffali dei punti vendita) viene impartito l’ordine di effettuare la rotazione dei prodotti stessi. Cosa si intende per ‘rotazione’? Semplice: i prodotti più nuovi, che quindi scadono a distanza di tempo maggiore, vengono messi sul fondo dei ripiani mentre quelli a scadenza più breve vengono portati avanti. In questo modo, basandosi sul fatto che, spesso, il consumatore non fa caso alla data di scadenza, i prodotti che scadranno prima vengono acquistati.

Ecco che, quindi, bisognerebbe imparare a esaminare per ogni prodotto la data di scadenza, e considerare se saremo in grado di consumarlo, oppure no. Una regola generale, ammesso che le rotazioni vengano eseguite correttamente e regolarmente, è quella di andare direttamente a ‘pescare’ i prodotti dal fondo dello scaffale: sono quelli che scadono più lontano nel tempo. Analogamente, cerchiamo di sfruttare l’approccio ‘antispreco’ dei supermercati: anche nel nostro frigorifero è bene ruotare regolarmente i prodotti, ponendo quelli a scadenza più breve davanti: ci ricorderemo in questo modo qual è la priorità di consumo.

Il rovescio della medaglia è rappresentato dal fatto che nei supermercati vengono ritirati dal commercio anche dei prodotti non ancora scaduti. In molti punti vendita, latticini e yogurt vengono tolti dagli scaffali e mandati al macero anche una settimana prima della scadenza: un’assurdità. Sono poche le gestioni oculate che destinano questi prodotti ai più bisognosi, e ancor meno i supermercati che propongono le offerte in scadenza scontate. Quindi, se abbiamo la certezza di consumare un prodotto che scadrà fra qualche giorno, acquistiamo quello (invece che uno a scadenza più lunga): eviteremo che del cibo prezioso e ancora perfettamente commestibile finisca in discarica.

Soprattutto per quanto riguarda i cibi freschi, è meglio acquistarne in piccole quantità; questo vale in particolar modo durante i mesi più caldi, quando il loro deterioramento avviene più velocemente.

È sempre bene, infine, controllare regolarmente lo stato di funzionamento del frigorifero: la temperatura ottimale deve essere compresa fra 0 e +4°C per garantire agli alimenti deperibili la miglior conservazione possibile. Di tanto in tanto bisogna controllare, inoltre, la tenuta delle guarnizioni, pulire il condensatore e almeno una volta all’anno sbrinare il frigorifero: il ghiaccio addossato alle pareti, oltre a ridurre lo spazio interno a disposizione, rende il raffreddamento molto meno efficiente.

Prodotti acquistati come ‘novità’, ma non apprezzati (9%) e prodotti non necessari (7%)

Le réclame pubblicitarie hanno sicuramente un grande impatto sulle nostre scelte alimentari: i nuovi prodotti in commercio vengono spesso promossi ed esposti a prezzi di vendita competitivi per invogliarci all’acquisto. Può capitare che, quindi, nel nostro carrello finiscano dei prodotti di cui non abbiamo effettivamente la necessità. O che, acquistati sull’onda emotiva di una convincente offerta promozionale, in realtà si rivelino non di nostro gradimento.

Per evitare di gettar via cibo (e soldi!) per prodotti sostanzialmente inutili, è bene chiedersi prima dell’acquisto: “Ne ho davvero bisogno?”, e decidere di conseguenza. Nel caso di tratti di offerte promozionali riguardanti nuovi prodotti di mercato, meglio acquistarli solo se si ha la certezza che siano in linea col nostro gusto personale; se abbiamo anche solo il minimo dubbio che potrebbero non essere di nostro gradimento… possiamo sempre informarci tramite passaparola da chi li ha provati, decidendo in seguito se acquistarli oppure no.

Frutta e verdura

Un errore frequente è quello di acquistare verdura e frutta in quantità eccessive, che verosimilmente non potranno essere consumate prima del deterioramento naturale del prodotto. È bene ricordare che è sempre meglio scegliere prodotti di origine vegetale non del tutto maturi, per evitare che vadano a male nel nostro frigorifero dopo pochi giorni; e di acquistarne piccole quantità alla volta, meglio se ogni due o tre giorni. Frutta e verdura ‘contuse’ tendono a degradarsi più velocemente quindi, se contiamo di consumarle dopo qualche giorno, è bene che non presentano ammaccamenti fisici evidenti. Sarebbe infine meglio scegliere prodotti di stagione che, seguendo il ritmo di maturazione naturale, meno si prestano a degradarsi velocemente. Meglio ancora sono i prodotti a chilometro zero: essendo trascorso poco tempo dalla raccolta, si conservano più a lungo di quelli che hanno richiesto lunghi viaggi per essere trasportati fino al punto vendita.

Questi prodotti vanno conservati in frigorifero, o comunque in un luogo fresco e asciutto, possibilmente al riparo dai raggi solari. Un errore frequente è quello di conservare nello stesso scomparto tutti tipi di frutta: alcuni di essi, infatti, tendono a sprigionare in modo naturale l’etilene, una sostanza che ha l’effetto di accelerare la maturazione degli altri frutti. Ma quali sono i principali produttori di etilene? Mele, pere, banane, angurie, meloni, pesche, albicocche, prugne, cachi, fichi, banane, manghi e pomodori: perciò, il resto della frutta dovrebbe essere conservata ben distante da questi acceleratori di maturazione naturali. A meno che, ovviamente, non desideriamo l’accelerazione di qualche frutto ancora acerbo!

Ovviamente, le varietà vegetali più delicate (banane, albicocche, pesche, ecc.) dovrebbero essere tenute al di sopra di quelle più resistenti allo schiacciamento (mele, arance, meloni, ecc.), possibilmente ciascuna in un contenitore separato.

Patate, aglio, scalogno e cipolle possono anche conservate fuori da frigorifero, badando però di tenerle al buio completo per evitarne la germinazione. Se correttamente preservate, queste verdure possono anche mantenersi in buono stato per mesi.

Qualche consiglio per ridurre lo spreco alimentare

Teniamo bene a mente le potenzialità di un elettrodomestico presente in ogni casa: il freezer. È possibile congelare (salvo alcune eccezioni) praticamente ogni cibo: avanzi di un pasto, carne e pesce freschi, alcuni tipi di formaggio, pane e persino il latte.

Alcuni esempi? Una confezione di pasta sfoglia può essere congelata e utilizzata a distanza anche di qualche mese; se abbiamo acquistato troppe verdure, possiamo cuocerle in un’unica tornata per poi surgelarle in pratiche porzioni; gli avanzi come affettati o formaggi freschi possono essere utilizzati per una frittata o una torta salata, che se non consumiamo subito possiamo anche congelare. E gli esempi sono praticamente infiniti: con un po’ di fantasia, il nostro congelatore si può rivelare un prezioso alleato nel combattere gli sprechi di cibo.

In fin dei conti, la volontà di non sprecare cibo può esserci utile anche a scoprire nuove ricette: pensiamo ad esempio quante cose si possono fare solo col pane. Questo prezioso alimento viene spesso sprecato, ma è bene ricordare che possiamo tranquillamente metterlo nel congelatore, intero o già a fette (cosa che ci permetterà di tirarne fuori in seguito solo la quantità necessaria). Sarà sufficiente lasciarlo a temperatura ambiente per un’ora o due, oppure riscaldarlo in forno per qualche minuto. Il pane raffermo, inoltre, non è da gettar via, poiché ha davvero mille usi. Può essere utilizzato per la preparazione di cibi impanati (come ad esempio cotolette o verdure ripiene), o come ingrediente di torte, sformati o polpette. Per non parlare delle fette di pane raffermo che sono l’ingrediente base delle bruschette (da condire con pomodoro fresco, olio extravergine di oliva, basilico) o possono essere utilizzati come contorno di zuppe di pesce o legumi. Anche la carne avanzata può essere riutilizzata per farne ragù, polpette, verdure ripiene o insalate di carne.

Attenzione alle uova: la data che indica il termine di consumo, stampigliata sul guscio, si riferisce al prodotto conservato a temperatura ambiente. Se però abbiamo avuto l’accortezza di mettere la confezione in frigorifero, la data di scadenza sarà posticipata di almeno una settimana. E, prima di decidere se le uova sono davvero da buttare, val sempre la pena di romperle e di giudicare in prima persona se il contenuto si presta ancora al consumo.

Vale la pena di fare gli acquisti in supermercati che, invece di gettare al macero i cibi invenduti, li destina ad opere caritatevoli: con un po’ di spirito investigativo, si possono ‘scovare’ questi esempi virtuosi. Esistono anche molti punti vendita che, attraverso l’allestimento di un apposito banco, vendono i cibi prossimi alla scadenza a prezzi scontati, generalmente al 50%. Acquistando questi prodotti, eviteremo che questi vengano buttati via e, soprattutto, (avendo ovviamente la certezza di consumarli entro breve tempo!) potremo risparmiare sulla spesa.

Infine, se proprio siamo costretti a gettar via del cibo, evitiamo di sovraccaricare il sistema di raccolta dei rifiuti urbano: grazie all’utilizzo di una semplice compostiera, possiamo trasformare avanzi e scarti in ottimo ed economico fertilizzante per le nostre piante.

Siti internet da consultare

http://www.nonsprecare.it/

http://www.lastminutemarket.org/

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