La cultura orientale è molto apprezzata in Italia ed è proprio da Oriente che arrivano nozioni di meditazione e corsi di ispirazione orientale che tanto piacciono alle nostre palestre, che a loro volta si trovano a soddisfare una domanda sempre più insistente riguardo a discipline incentrare sul benessere spirituale e sulla meditazione personale. Tra queste discipline ce n’è una molto particolare e che forse non tutti conoscono: il Reiki.
La pratica del Reiki è molto antica e nasce in Giappone, quando il suo Guru, Mikao Usui, che visse negli ultimi decenni del 1800, sviluppa una particolare pratica frutto di meditazione e digiuno sul monte Kurama. Il primo centro ufficiale dedito a questa pratica si è sviluppato per la prima volta a Tokyo, nel 1922, quando cento persone che affermavano di mettere in pratica questa disciplina fondano il Reiki Ryoho Gakkai. I partecipanti si incontravano nel centro con cadenza periodica e, a detta loro, praticavano i principi del Reiki.
Ma quali sono questi principi? Secondo alcuni studiosi di questa disciplina, e in particolare in base agli studi di Frank Ariava Petter, che ha scoperto la tomba di Mikao Usui, questa disciplina si poneva l’obiettivo di porre in armonia spirito e corpo attraverso diverse pratiche. Le pratiche, nel corso del tempo, sono state tramandate di successore in successore fino ad arrivare a Kondoh, l’attuale presidente dell’antica associazione.
Secondo la tradizione, il Reiki rispetta alcuni principi fondamentali e li esercita attraverso alcune doti spirituali di cui tutti gli esseri umani sono dotati; la forza, la compassione, il rispetto, il coraggio, la fiducia, l’umiltà e la fratellanza. L’obiettivo del Reiki è mettere in pratica tutte queste doti e affinarle di giorno in giorno nel nome dell’amore e per condurre una vita serena, consapevole, senza ansia e all’insegna della pace interiore.
Il termine Reiki significa proprio “connessione”, intesa come legame indissolubile tra l’energia dell’universo, Rei, e l’energia presente in tutte le cose, Ki. Secondo questo metodo l’energia personale dell’individuo deve essere messa in relazione con l’energia dell’universo; il risultato è un totale equilibrio che porta la persona ad essere completa a livello fisico e spirituale e fornita di tutte l’energia indispensabile per emanare energia, verso di sé e verso gli altri. Lo stesso maestro del Reiki, Mikao Usui, ha definito queste pratiche come l’arma segreta per raggiungere la felicità.
Il Reiki non ha alcuna attinenza con la religione e non ha alcun tipo di relazione con qualsiasi pratica che si ispiri a principi ideologici e politici. È anche bene specificare che, a scanso di equivoci, il Reiki non deve essere in alcun modo, né pretende di farlo, considerato una pratica alternativa all’assistenza medico- sanitaria o alle terapie tradizionali.
Il significato di Amore nel Reiki
Il concetto di Amore è fondamentale nel Reiki. Questo concetto, in questo contesto, non ha nulla a che fare con la definizione di amore che potremmo dare noi. Al contrario, nel Reiki Amore significa essere consapevoli, avere conoscenza di sé, avere coraggio, rispetto e compassione per il prossimo. In altre parole, la parola Amore in questa disciplina viene utilizzata per racchiudere altri concetti che, sommati tra di loro, formano la forza più potente che esista al mondo, l’amore appunto.
Secondo il Reiki gli uomini, tutti i giorni e nella loro vita quotidiana, vivono completamente sconnessi da quella che è la loro vera natura e si perdono in vie e pratica futili trascurando l’energia dell’universo e la relazione fondamentale che deve esserci tra l’essere umano e l’ordine cosmico. Se c’è questo genere di connessione, significa che le energie sono ben sintonizzate e che la sinergia può iniziare a scorrere nelle persone che, in questo modo, diventa più forte per sé e per gli altri.
Le pratiche del Reiki
Il Reiki ha delle sue pratiche precise, che ognuno può iniziare a seguire anche in autonomia dalle cose che più sono vicine alle persone. Il silenzio, in questo, ha un ruolo fondamentale; aiuta a concentrarsi e favorisce il flusso dell’energia dall’individuo al mondo circostante. Secondo il Reiki si pratica il silenzio alla mattina e alla sera, con le mani incrociate in prossimità del petto; in silenzio si aspira alla calma interiore, sui battiti del cuore e sui respiri.
Tutti possono iniziare a esercitare il Reiki. Questa disciplina prevede che ognuno debba lavorare su di sé, nel senso di prendersi cura del proprio corpo e della propria mente, curando i gesti, le azioni e il respiro del corpo. Alcuni comportamenti cardine delle pratiche del Reiki sono:
- Mettersi sempre in gioco
- Aprirsi al cambiamento
- Mangiare in modo sano
- Avere ritmo lavorativi poco stressanti
- Agire con calma
- Pensare con calma
- Dormire bene
- Sapere come prendersi cura di sé
- Fare meditazione
- Fare esercizio fisico
I livelli del ReikiIl metodo del Reiki prevede il raggiungimento di diversi livelli, suddivisi in diversi step in modo tale da accogliere la nuova potenza dell’energia che si raggiunge senza fretta, gradualmente e secondo le regole dell’armonia. In altre parole, si mettono in pratica gli insegnamenti e, senza avere ansie o fretta di raggiungere gli step successivi, si acquisisce sempre più energia. I livelli di Reiki sono tre: · Il primo livello (Shoden) è considerato il livello manuale. Chi lo pratica si affida alla propria energia che arriva da dentro per accoglierla al meglio e poterla trasmettere anche agli altri. · Il secondo livello (Okuden) è quello che, dopo il corpo, riguarda invece la mente. Secondo il Reiki si definisce mentale tutto ciò che serve per aprire la mente e per renderla più fluida. Questo livello è considerato il più creativo di tutti in assoluto; la creatività gioca un ruolo fondamentale e aiuta l’individuo a superare il limite che l’uomo si impone. Questo livello, che trascende il concetto di spazio e di tempo, secondo il Reiki porta alla consapevolezza, alla presenza e alla forza. · Il terzo e ultimo livello, invece, riguarda il silenzio, che aiuta l’uomo a stabilire un importante contatto con il cosmo e rappresenta il culmine di un lungo percorso individuale fatto di meditazione e consapevolezza. Il Reiki non si insegna a scuola e non esiste un maestro, o meglio non esiste un maestro che spiega cosa fare e come farlo. Questo perché questa disciplina parte dal presupposto che da imparare non ci sia nulla; l’uomo deve soltanto imparare ad ascoltare la sua voce interiore e prendere maggiore consapevolezza con il suo corpo e con la sua mente. L’energia è già dentro gli uomini, così come è già presente in un bambino appena nato e rimane dentro di lui fino ai due o i tre anni di vita. Dopo questa età hanno il sopravvento i diversi schemi mentali, imposti dalla famiglia e dalla società, che allontanano l’uomo da una connessione con l’energia cosmica. Il Maestro Reiki interviene proprio in questo punto; risveglia le capacità dell’uomo in modo tale che l’energia possa sprigionarsi e tornare a circolare liberamente in uno stato di armonia e di consapevolezza. Dopo questo passaggio con il Maestro, che andrebbe a liberare i meccanismi che regolano l’energia ogni individuo può procedere da solo fino al livello successivo. Per far convogliare l’energia esistono diversi modi: · Gyoshi: significa liberare l’energia per guarire con gli occhi · Koki: aiutare la guarigione con un soffio · Aho Usaki: tecnica di guarigione concentrata · Uchi-te: Tecnica che prevede il picchiettamento · Oshi-Te: Tecnica che prevede la mano che preme su un punto · Nada-Te: Tecnica della mano che strofina |
Reiki: critiche e polemiche
Ora che abbiamo descritto quali sono le caratteristiche sul Reiki, è bene soffermarsi sulle reazioni che questa disciplina ha suscitato. Se da una parte alcune persone sostengono di aver tratto giovamento dalle pratiche che il Reiki comporta, altre sostengono che, pur essendo stati assidui praticanti di questa disciplina, spesso sia solo un modo come tanti per truffare le persone.
Sono stati molti i casi di persone che si sono sentiti chiedere cifre esorbitanti per la partecipazione a lezioni, seminari e incontri di Reiki alla presenza di un maestro, e che sostengono che molte persone che praticano questa disciplina facciano leva sui più deboli e su persone che attraversano fasi molto complicate della propria vita.
La scienza, invece, più volte si è scagliata contro questo tipo di pratica che, attraverso “l’imposizione delle mani”, come prevedono i diversi metodi che il Reiki usa per convogliare l’energia, è stata più volte paragonata a una sorta di pratica esoterica che ha la pretesa di intervenire su diverse condizioni patologiche.
Detto questo, e posto e considerato che non vi è nulla di male nell’informarsi, nel conoscere e nello scoprire nuove discipline volte a guardare con curiosità la cultura orientale, quello che conta è rimanere sempre con i piedi per terra e allontanarsi subito da qualsiasi genere di contesto che sembra essere poco cristallino e soprattutto poco onesto.