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Cosa si nasconde dietro un iphone?

Cosa si nasconde dietro a un iPhone?

Cosa sappiamo effettivamente dell’iPhone? Sappiamo che è considerato un prodotto di lusso e che è uno smartphone che, negli ultimi modelli disponibili sul mercato, può essere veramente molto costoso. Poi, molto vagamente, la maggior parte di noi conosce qualcosa che riguarda la produzione Apple, che per risparmiare fa assemblare i pezzi dei suoi prodotti al di fuori degli Stati Uniti, dove la manodopera costa di meno.

Avete mai sentito parlare di Foxconn, per esempio? È una multinazionale, si trova in Cina e il suo lavoro è quello di produrre dispositivi per diverse aziende, tra cui Apple, anche se il discorso si potrebbe estendere anche ad altri famosi brand, come Microsoft, Motorola, Nokia e Amazon. Ma non si tratta solo di questo. Il nome di questa multinazionale è tristemente venuto alla ribalta per diversi casi di suicidio di molti suoi operai per le tragiche condizioni lavorative a cui i dipendenti sono sottoposti.

Tredici impianti industriali, distribuiti in nove città, la più grande delle quali è Shenzen, in cui si contano 300.000 dipendenti. Un soprannome, iPod City, proprio per la grande quantità di prodotti Apple che lì vengono prodotti, e una storia triste alle spalle che dovrebbe fare riflettere tutti noi.

Lavoratori pressati psicologicamente, costretti a lavorare seguendo ritmi disumani e pestaggi fisici. Questo, a conti fatti, si nasconde dietro alla produzione di un iPhone e di tanti altri prodotti analoghi. Tra il 2009 e il 2010 si è verificato il picco di suicidi e si calcola siano stati almeno venti gli operai, tra cui un ragazzo appena diciassettenne, a suicidarsi per mettere fine alle estenuanti pressioni lavorative.

Dopo questi episodi, la stessa azienda ha cercato di intervenire facendo installare attorno agli stabilimenti delle reti anti-suicidio e inserendo all’interno dei contratti di lavoro una speciale clausola con il quale il dipendente si impegnava a non commettere il suicidio. È normale tutto questo?

Si stima che durante il periodo che precede la fuoriuscita di un nuovo modello di iPhone, la produzione diventa così intensa che gli operai sono costretti a ritmi di lavoro che li portano a lavorare anche per quattordici ore di fila per sette giorni la settimana. Zero riposo e nessun diritto insomma, per permettere a noi di metterci in cosa l’indomani per acquistare l’ultimo modello di iPhone.

Ma purtroppo le notizie che riguardano le terribili condizioni di vita di questi lavoratori non finiscono qui; all’interno della fabbrica ci sono mense e dormitori per permettere a tutti di vivere…da automi. Vivere per lavorare e lavorare per produrre incessantemente, non importa se a prezzo della vita!

Queste aberrazioni e queste totali violazioni dei diritti umani, che non riguardano solo Apple ma anche tante altre aziende di elettronica ma anche tutti quei brand che vendono low cost, dovrebbero farci riflettere. Sul valore degli oggetti che siamo abituati a comprare e, in relazione a questo, sul valore della vita!

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