Caratteristiche fisiche
L’agata è stata scoperta per la prima volta nel III secolo a.C. da Teofrasto, filoso greco, che attribuì alla pietra da lui scoperta il nome di “Achates”, ovvero il fiume siciliano in cui furono ritrovati alcuni esemplari. L’agata si presenta come una varietà fibrosa e compatta del quarzo, con una struttura zonata e visibile a occhio nudo e fa parte del gruppo dei criptocristallini in quanto quarzo calcedonio, che si può trovare in diversi colori e con differenti disegni. L’agata è una specie ‘a bande’ del quarzo calcedonio, dato che le gemme che si contraddistinguono per colorazioni più tenui sono solo calcedonio. Questa pietra, in genere, si trova vicino alle rocce vulcaniche o all’interno di rocce ignee, sedimentarie e metamorfiche come il granito o il porfido. I depositi di agata possono svilupparsi per molto tempo e le pietre assumono la forma a mandorla o a sfera sviluppando al proprio interno delle striature che dipendono dall’ossidazione del manganese, del ferro e di altri minerali al suo interno. Le pietre di agata originali sono a bande, mentre le pietre di calcedonio sono quelle in cui i colori risultano ben amalgamati e non presentano striature concentriche.
Ogni striatura presente su un’agata può essere trasparente od opaca e caratterizzarsi per l’intensa fluorescenza. È possibile trovare una pietra di agata in vari colori e con vari disegni, in genere quasi tutte presentano le caratteristiche bande e sono multicolori, ma in natura è possibile trovare anche pietre monocolore. La maggior parte delle pietre monocolore che vengono commercializzate oggi sono create sinteticamente. Le agate monocolore sono anche conosciute come corniola e comeonice. Se proveniente dall’America latina, questa pietra non presenta caratteristiche particolari e si distingue per il colore grigio spento, mentre l’esemplare che proviene dalle miniere di Idar-Oberstein si riconosce per i colori vivaci e intensi. Questa varietà di quarzo si presenta semitrasparente e dalla lucentezza spesso opaca o pallida. In genere, queste pietre vengono tagliate a cabochon o a forma libera o semplice.
Varietà
Un campione di agata può assumere o essere classificato con più nomi perché oggi in commercio, per indicare una varietà di agata, si usano nomi sia legati alle origini e alla provenienza della pietra sia nomi che sono relativi ad altre qualità più specifiche. Così esistono alcune varietà più note come l’agata a bande, la corniola, il sard, il sardonyx, l’onice, la crisocolla, l’agata occhio di tigre, l’agata dendrite, l’agata di Fuoco, il geode di agata, l’agata muschiata e le agate brecciata o ruiniforme, e altre varietà meno conosciute come l’agata albero, l’agata diaspro, l’agata Botswana, quella dal pizzo blu, l’agata fossile, l’agata Iris, quella laguna, l’agata paesaggio, l’agata scenic, l’agata tubo, la snakeskin ovvero a pelle di serpente, l’agata sweetwater o d’acqua dolce, l’agata mohave blu, l’agata thundereggs, l’agata fairburn, l’agata dryhead e l’agata lago superiore.
Genesi e giacimenti
Fin dall’antichità l’agata è sempre stata una pietra particolarmente ricercata sia per la resistenza che per la bellezza: nel 3000 a.C. era molto usata in Oriente a scopo decorativo, soprattutto nella creazione dei vasi cinesi, mentre pressi gli antichi Romani erano in voga le agate intagliate e lavorate secondo una particolare tecnica di taglio con cui vi si poteva incidere una figura o un disegno.
Anche nella Bibbia ritroviamo l’agata: Mosè la cita come una delle pietre che decorano il pettorale di Aronne e, sempre una gemma di agata, più precisamente una sua varietà, la sardonice, è una delle dodici pietre alla base del muro di Gerusalemme. In epoca medievale si usava legare una pietra di agata alle corna dei buoi per ottenere fortuna nel raccolto. Oggi i giacimenti di agata da cui provengono i campioni migliori disponibili sul mercato sono quelli di Myanmar, Brasile, Uruguay, Argentina, Messico, Australia, Stati Uniti, Botswana, mentre il giacimento più famoso da cui si estrae la pietra fin dal 1548 è quello dell’Idar-Oberstein, in Germania.
Usi
Usata in gioielleria per realizzare cammei o altre sculture ornamentali, l’agata viene impiegata anche in decorazioni a perline, lisce e lucide e colorate per esaltarne l’aspetto.
Sintetica
Se spezzata, è possibile subito riconoscere un’agata tinta da una naturale. In genere sono gli esemplari provenienti dal Brasile a essere soggetti alla tinta così da ottenere campioni più brillanti e monocolore. Le agate tinte sono facilmente riconoscibili.
Curiosità
Secondo la medicina alternativa, l’agata ha il potere di alleviare i disturbi legati allo stomaco e infonde la forza di perseguire i propri obiettivi e di tener duro nei momenti più difficili. Secondo la cristalloterapia, questa gemma ha il potere di stimolare l’attività e il coraggio, conferisce forza nelle situazioni negative e permette di chiarire controversie interiori, per cui garantisce sicurezza, protezione e distensione. Dal punto di vista fisico, invece, l’agata sarebbe una pietra ricostituente dalle forti qualità terapeutiche sia sull’apparato digerente che su reni, polmoni, fegato e schiena. Favorisce le prestazioni atletiche, aiuta nei casi di impotenza e sterilità.