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Caratteristiche fisiche del dioptasio

Il dioptasio ha origine in quelle zone dove si verifica l’ossidazione dei giacimenti di rame. Dal punto di vista dell’abito cristallino, il dioptasio si presenta criptocristallino, romboedrico, massivo ma anche prismatico tozzo. I suoi cristalli mostrano spesso delle striature. Ha una durezza di valore 5 sulla scala Mohs, presenta un peso specifico variabile tra 3,28 e 3,35. Sotto l’aspetto cromatico, il dioptasio ha un colore verde intenso ed è per tale motivo che in passato e, forse, ancora oggi viene spesso confuso con lo smeraldo. Può assumere anche colori che sfumano dal verde al bluastro e dal blu al verdastro. Ha una lucentezza vitrea, presenta uno striscio di polvere verde ed una trasparenza che si muove lungo una direzione che va da traslucida a trasparente. Mostra solo un debole pleocroismo, ha una frattura irregolare, precisamente concoide. Si sfalda molto bene lungo le tre direzioni del romboedro.

Se guardiamo alla sua combinazione chimica notiamo che il dioptasio è formato da elementi come rame, idrogeno, ossigeno e silicio. E’ un minerale solubile negli acidi presso i quali avviene la formazione di gel.

Spesso il dioptasio viene venduto come minerale da collezione ma in alcune circostanze può essere tagliato per diventare una gemma. Ha un colore bellissimo ma presenta anche dei punti di debolezza che sono dati essenzialmente dalla sua fragilità. Sebbene sia simile dal punto di vista cromatico allo smeraldo, basta guardare all’abito cristallino e alla durezza per rendersi conto della differenza che esiste tra i due minerali. Non sempre è facile trovare campioni di dioptasio di un certo valore. La fragilità di questo minerale fa sì che non si utilizzino per la sua pulizia determinati apparecchi altrimenti è serio e fondato il rischio che possa frantumarsi. Dunque, anche il procedimento relativo al taglio va eseguito con estrema cautela. In particolare, per tale lavoro viene effettuato un taglio a forma di tavola o, in alternativa, di gradini. Discorso diverso, invece, per gli aggregati microcristallini, per i quali si procede ad un altro tipo di taglio, ovvero il cabochon.

Genesi e giacimenti di dioptasio

Quando fu scoperto il dioptasio sul finire del 1700 non subito si comprese il fatto che era stato individuato un nuovo minerale. Il tedesco Rudolph Falber, l’artefice della scoperta, lo scambiò, infatti, per uno smeraldo. Il nome con il quale è conosciuto ancora oggi gli fu assegnato dall’abate di origine francese René Just Haùy che si rese conto di trovarsi di fronte ad un nuovo minerale e che lo chiamò dioptasio. Tale termina proviene dalla parola greca “dioptezein” che significa “vedere dentro”. Ciò perché all’interno dei cristalli trasparenti è possibile notare tracce di piani di sfaldatura. I principali giacimenti di dioptasio si trovano in alcune regioni della Namibia. Altri, invece, sono presenti nello Zaire, in Congo, in Russia, negli Stati Uniti d’America, in particolare in California ed in Arizona, e in Cile.

Il dioptasio è stato rinvenuto anche in alcune zone dell’Europa centrale e dell’Est. Ad esempio, è stato trovato in Romania ma anche in Italia dove è stato individuato insieme alla cianotrichite di Traversella.

Curiosità sul dioptasio

In antichità il dioptasio era conosciuto come smeraldo ramato. Gli antichi lo consideravano la pietra della bellezza e della ricchezza. Dal punto di vista delle divinità, proprio perché emanava un grande fascino estetico, veniva paragonato alla dea Venere. Il dioptasio è conosciuto anche come pietra delle fate.

Se consideriamo gli effetti che può avere sul corpo, il dioptasio aiuta a curare i disturbi di tipo cardiaco e a rafforzare il cuore. Inoltre, può essere utile per tenere sempre sotto osservazione i valori della pressione. Viene considerato buono come cura nei soggetti che presentano l’ulcera, utile anche per combattere quei dolori allo stomaco che sopraggiungono nelle persone ansiose e vittime di stress. Ha una funzione benefiche per il senso della vista e per tutto ciò che riguarda il benessere degli occhi. Riesce anche a rigenerare e a disintossicare il fegato. Non finisce qui. Il dioptasio viene indicato come mezzo per combattere il mal di testa. Sembra, infatti, che svolga una funzione sedativa sulla parte centrale del sistema nervoso.

Non solo effetti sul corpo, il dioptasio può produrre effetti positivi anche sulla psiche. In particolare, riesce a svolgere un’azione curativa dal punto di vista spirituale ed emozionale. Il dioptasio emana energia, fa emergere tutti i problemi e le paure nascoste internamente e aiuta a combatterle grazie alla saggezza. Dunque, è l’ideale per arrivare a comprendere e riconoscere tutti i lati positivi del proprio aspetto interiore e ad utilizzarli nella vita quotidiana. Si dice che il dioptasio stimoli anche la creatività e la fantasia e che aiuti a credere nei propri sogni. Sviluppa la capacità di amare il prossimo senza compromessi e aiuta ad affrontare una vita all’insegna di valori cardine come la sincerità e l’umiltà. Tutto ciò porta il dioptasio ad inculcare la capacità di perdonare e di risolvere con forza d’animo quei problemi che portano angoscia e tristezza. Dando uno sguardo alle situazioni concrete nelle quali si può trovare il dioptasio, è facile che si abbia bisogno di esso in seguito ad una relazione amorosa finita male. Del resto, quando finisce un amore è estremamente complicato avere la forza, anche solo mentale, di pensare ad una nuova esperienza amorosa. Sotto questo aspetto il dioptasio dà la forza per ricominciare e per credere nuovamente nell’amore vero. Dal punto di vista spirituale andrebbe utilizzato a contatto con la pelle in qualità di pietra ornamentale. Il problema è che il dioptasio è molto fragile e andrebbe, dunque, applicato con estrema cautela al corpo, ovvero alle zone interessate da disturbi. L’ideale sarebbe applicarlo al corpo nel momento in cui il soggetto si trova a riposo.

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