Le intolleranze alimentari, oggi particolarmente diffuse, sono delle reazioni del nostro corpo verso alcuni alimenti che mangiamo. Considerando i dati dell’ISS – Istituto Superiore di Sanità – l’8% dei bambini e il 2% degli adulti ha una o più intolleranze alimentari manifestate in diversi sintomi: diarrea, vomito, crampi, dolori addominali.
Questo fenomeno si sta diffondendo sempre di più per via di non pochi fattori ambientali, ma anche in seguito allo sviluppo delle nuove tecniche agricole e industriali che hanno spezzato gli equilibri della biosfera; inoltre, le intolleranze sono causate anche da ormoni, trattamenti chimici, antibiotici che vengono sottoposti agli animali d’allevamento. Tutto questo modifica il suolo, impoverendolo di sostanze che invece gli sono molto utili, e anzi lo arricchisce di sostanze tossiche.
Le intolleranze alimentari più diffuse sono quelle verso il lattosio, contenuto nel latte, e verso il glutine, quest’ultimo non tollerato da un italiano su cento. Altra intolleranza particolarmente comune è quella al nichel.
L’intolleranza al nichel
Il nichel è un metallo che si trova in diversi alimenti, come verdure e pesci, ma anche nei prodotti confezionati, nei prodotti cosmetici e nei detersivi e detergenti. Inoltre – e purtroppo – il nichel viene usato assai di frequente nei terreni, e nelle tecniche per la conservazione o la lavorazione.
I sintomi più diffusi di un’intolleranza al nichel sono:
- Prurito e dermatite in tutto il corpo;
- Asma;
- Acufeni;
- Infiammazione gengivale;
- Stanchezza;
- Nausea;
- Emicrania e/o mal di testa;
- Gonfiore addominale;
In questo caso, è bene naturalmente evitare gli alimenti che contengono più nichel, cercando di assumere solo quelli che ne contengono in minime quantità. Quindi vanno evitati funghi, cipolle, spinaci, pomodori, tutti i cibi in scatola, farina integrale, farina di mais, carote, pere, prugne, uva e in generale molta frutta e verdura.
L’intolleranza al lattosio
Il lattosio è un elemento presente nel latte e, di conseguenza, in tutti i suoi derivati e la sua intolleranza è molto diffusa soprattutto tra adulti e anziani. I sintomi dell’intolleranza al lattosio:
- Ritenzione idrica;
- Gastrite;
- Rinite;
- Cefalea;
- Stanchezza;
- Sinusite;
- Asma;
- Nausea;
- Gonfiore allo stomaco;
- Dermatite;
Bisogna quindi evitare il latte e i suoi derivati (eccetto il Parmigiano Reggiano stagionato 36 mesi) sostituendolo con diversi tipi di latte vegetale, come quello di avena, di riso, di soia o di mandorla. Inoltre, vanno evitati il pane bianco, i salumi surgelati, frutta e verdura in scatola, dadi da cucina, dolci, gelati, alcuni farmaci e integratori.
L’intolleranza al glutine
Il glutine è un elemento proteico che nasce dall’unione di due proteine, e si trova nel frumento e nei cereali. I sintomi dell’intolleranza al glutine (o celiachia, nei casi più gravi):
- Intestino irritabile (stipsi, diarrea, dolore addominale);
- Stanchezza cronica;
- Eczema;
- Sonnolenza;
- Depressione;
- Cefalea;
- Difficoltà di concentrazione;
- Alterazioni dell’umore;
- Ipereccitabilità;
- Ipercinesi – soprattutto nei bambini;
- Anemia ferropriva.
In caso di intolleranza al glutine, si devono evitare pane, pasta, segale, orzo, wurstel, formaggio fuso, dolci. Tutto può essere sostituito da prodotti gluten free – ne esistono fortunatamente sempre di più – o da riso, polenta, patate e minestre.
Il test kinesiologico per le intolleranze alimentari
La kinesiologia, come anticipato inizialmente, può venire in aiuto per scoprire se un individuo soffre di una o più intolleranze alimentari. Questa pratica viene definita, non a caso, come disciplina d’indagine che permette di individuare i disequilibri del corpo su diversi livelli – mentale, fisico, biochimico – con la mediazione delle risposte muscolari a degli stimoli sia esogeni che endogeni del sistema nervoso.
Se il muscolo non riesce a resistere alla sollecitazione del professionista, e perciò cede, viene definito debole; al contrario, se resiste allo sforzo, il muscolo è considerato forte. Si tratta di un linguaggio binario molto semplice facilmente comprensibile dal sistema nervoso che risponde con delle razioni muscolari dirette. I recettori del corpo sensibili ai cambiamenti dell’ambiente danno informazioni mediante le vie dei distretti corporei che sono responsabili di elaborare i dati, secondo un meccanismo di azione e reazione.
La kinesiologia applicata esegue un’analisi nutrizionale analizzando la risposta del Sistema Nervoso Centrale alla stimolazione dei recettori del nervo gustativo e olfattivo in seguito alla sottoposizione di diverse sostanze. È un metodo che quindi va a stimolare i recettori gustativi e olfattivi con una semplice “degustazione” dell’alimento da provare e, in seguito, con applicazione del test muscolare per valutare il tono debole o forte del muscolo.
I professionisti kinesiologi più esperti hanno reso la tecnica più fine e precisa, potendo quindi evitare ai loro pazienti la masticazione e l’assunzione diretta dell’alimento, e quindi eseguendo il test solamente facendo loro tenere in mano la sostanza. Il muscolo, se risulta debole in seguito alla pressione del kinesiologo, manifesta una sensibilità verso l’alimento con cui il paziente è in contatto, e quindi l’individuo risulterà affetto da un’intolleranza alimentare; se invece il muscolo resiste, il paziente non è intollerante a quel particolare alimento.
Un ottimo strumento per la salute del paziente
Il test delle intolleranze alimentari, quindi, si realizza con il metodo kinesiologico e si integra perfettamente con altre diagnosi di ambito medico senza sostituirle ma anzi contribuendo a dare informazioni importanti supplementari su vari livelli di funzionamento del corpo umano.
Infatti, tra le situazioni di disagio più frequenti risultano tutti i tipi di problemi di digestione, i problemi di peso, il malessere, gli sbalzi dell’umore, la sensazione di perenne stanchezza. Tutti disagi, questi, che il paziente tende a ignorare e sottovalutare, e che però col passare del tempo possono diventare invalidanti. Le intolleranze alimentari e questi disagi sono dati anche perché spesso la nostra alimentazione non è eterogenea, ma anzi monotona e quindi carente di alcuni elementi nutrizionali di fondamentale importanza per favorire il benessere del nostro organismo.
Il test kinesiologico, che, come visto, basa la sua analisi sui cambiamenti e le variazioni del tono muscolare e sulla variazione dello sforzo muscolare successivamente al contatto o somministrazione di un alimento, è utile per verificare la presenza di ipersensibilità verso una sostanza. È una prova di scatenamento, se vogliamo, e uno strumento molto utile per la salute, perché individua tutti quelli che sono gli alimenti da limitare e sospendere per un periodo di tempo limitato, in modo che l’organismo possa recuperare l’equilibrio perso e disintossicarsi. Va precisato, infatti, che un’intolleranza non è un’allergia – che di solito è perenne, e difficilmente curabile.
Per cosa si consiglia il test kinesiologico per la rilevazione di intolleranze alimentari:
- Problemi di peso;
- Problemi all’intestino e di digestione;
- Carenza di minerali;
- Situazione di stanchezza psicofisica;
- Astenia;
- Sbalzi d’umore;
- Sbalzi ormonali.
Il modello di approccio si avvale di colloquio empatico, test kinesiologico, e individuazione dei fiori di Bach più indicati in quel momento – per una valutazione anche dello stato emotivo e psichico del paziente – in modo da integrare eventualmente oligoelementi, prodotti fitoterapici e una guida all’alimentazione naturale.