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Caratteristiche fisiche dell’argento

L’argento fa parte degli elementi nativi. Il suo gruppo di riferimento è quello monometrico mentre cristallizza nel sistema cubico. E’ molto difficile trovare cristalli singoli. Nella maggior parte dei casi essi mostrano un abito cubico, ottaedrico e dodecaedrico. In altre occasioni troviamo l’argento sotto forma di masse, incrostazioni e lamelle.

La durezza dell’argento è variabile tra 2,5 e 3 sulla scala Mohs, il peso specifico varia su una linea che va da 9,6 a 12 g/cm3. La lucentezza è quella tipica dei metalli mentre dal punto di vista della trasparenza possiamo dire che l’argento è opaco. La sfaldatura è assente, invece la frattura è frastagliata. Lo striscio è di polvere bianca di argento.

L’argento è leggermente più duro rispetto all’oro ma è anche molto duttile e malleabile. La lucidatura è in grado di dare a questo metallo una lucentezza metallica molto evidente. Il suo colore è il bianco ed ha la conducibilità termica più alta. L’argento, se viene esposto all’ozono all’acido solfidrico o all’aria che contiene tracce di composti dello zolfo, diventa scuro mentre non si altera a contatto con l’acqua pura e con l’aria pura.

Genesi e giacimenti di argento

L’argento non può mai avere un’origine primaria. Ciò perché nella fase magmatica si formano i solfuri. La sua origine avviene per alterazione in un ambiente riducente. E’ possibile trovare l’argento nella parte superiore dei giacimenti di solfuri, come l’argentite e la galena.

I giacimenti di argento sono presenti in diverse aree del pianeta. Negli Stati Uniti d’America è stato rinvenuto argento nel Michigan ed in Arizona. Altri giacimenti sono situati in Canada, Perù, Messico, Cile, Norvegia, Russia e Germania. In Italia non esistono dei veri e propri giacimenti di argento ma questo metallo è ugualmente presente in grandi quantità nelle gioiellerie sparse su tutto il territorio nazionale.

Usi e curiosità sull’argento

Sin dall’antichità, come accennato in precedenza, è presente l’argento. Il suo utilizzo risale addirittura al quarto millennio avanti Cristo. Nei secoli addietro ebbero un successo di risonanza mondiale le miniere della Spagna che venivano sfruttate da diverse popolazioni, in particolare dai Fenici, dai Cartaginesi e dagli Arabi. Durante il Medioevo fu l’Europa centrale, con i suoi molteplici giacimenti, ad attirare l’attenzione di chi voleva impossessarsi di questo prezioso metallo. Del resto, in quel periodo il valore dell’argento era identico a quello dell’oro. In seguito alla scoperta dell’America, però, il prezzo dell’argento crollò e a ciò fece seguito una grande importazione in alcuni paesi dell’America, vale a dire il Messico ed il Perù.

Nel corso dei secoli successivi il valore dell’argento è continuato a calare e solo in brevi periodi ha mostrato una crescita verso l’alto. Non è mai stato più raggiunto il valore che esso aveva nel finire del 1400. Il punto più basso è stato toccato nel 1993 mentre, a partire dal nuovo millennio, si è assistito ad una crescita lenta del prezzo dell’argento. In ogni caso, il valore dell’argento, pur abbassandosi molto nel corso dei secoli, lo ha fatto sempre in maniera graduale e, dunque, non ha mai mostrato un crollo improvviso, al punto tale da lasciare sul lastrico coloro i quali avevano investito in questo metallo.

L’argento viene utilizzato soprattutto come metallo prezioso. Il cloruro d’argento trova grande diffusione nel settore della fotografia. L’argento serve per la produzione di articoli di gioielleria o da tavola, per la produzione di batterie insieme allo zinco ed al cadmio. Il cloruro d’argento può essere impiegato come cemento per il vetro. Trova impiego come colorante per la produzione di caramelle e di confetti.

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