Storia del teatro
Il termine teatro è un termine greco che significa “luogo per vedere”, frase con la quale si indica tanto un particolare genere di spettacolo, o anche un genere di rappresentazione basata sul dialogo, quando la struttura architettonica nella quale questa rappresentazione viene svolta. La nascita di un edificio per gli spettacoli teatrali o drammatici è successiva al sorgere del teatro, in quanto per lungo tempo gli spettacoli drammatici ebbero luogo all’aperto. Le origini del teatro risalgono ad epoche remote e a popoli diversi: così si hanno forme di rappresentazioni drammatiche presso gli Arya, il popolo che occupò l’India molto prima dell’era cristiana, in Cina, in Grecia, in Italia.
Presso altri popoli invece il gusto per il teatro appare completamente assente.
Tecnicamente il teatro ha origine nell’istinto mimetico esistente nell’uomo, ma nel senso di spettacolo complesso esso deriva quasi ovunque da forme simboliche di rappresentazione religiosa. In Grecia il teatro, sia comico che tragico, si formò sulla base delle manifestazioni in onore di Dioniso, probabilmente dallo scambio di battute che avvenivano tra i portatori di alcuni simboli del dio e la folla.
Gli attori greci recitavano con maschere, che potevano essere tragiche o comiche, e portavano alti calzari dai quali la loro persona era resa più imponente. Le donne non potevano comparire sulla scena e il numero degli attori era di solito limitato, soprattutto nella tragedia. I generi del teatro greco erano la tragedia, la commedia e il dramma satiresco, dato di solito dopo una rappresentazione tragica.
Particolare sviluppo ebbe nel V e nel IV secolo A.C. la tragedia attica, la quale giunse ad essere interpretata da tre attori. Ad Atene si davano in occasione delle feste in onore di Dioniso pubbliche rappresentazioni cui assisteva tutto il popolo.
La commedia antica, priva in genere di contenuto psicologico, era basata su un intreccio grossolano e si articolava in scene licenziose. Dopo il crollo della civiltà classica e il lungo periodo di decadenza susseguente alle invasioni barbariche, il teatro rinacque con le sacre rappresentazioni o anche misteri o miracoli, spettacoli a carattere sacro dati dapprima nelle chiese dagli stessi sacerdoti e poi davanti alle chiese da attori profani non professionisti.
Successivamente il teatro rinascimentale rappresentò un’imitazione del teatro classico.
Già però alla fine del secolo XVI nasceva in Inghilterra il teatro moderno. Questo appare distinto dalla rottura dei confini tra comico e tragico, tipici del teatro classico, e dallo sviluppo psicologico dell’azione drammatica. Sono presenti in esso i caratteri, delineati secondo la realtà logica del soggetto, che sostituiscono i ruoli nei quali era schematicamente fissato il personaggio (l’avaro, l’innamorato, ecc…).
Nell’antichità i teatri furono prima in legno e poi in pietra; in Grecia erano scoperti, con un’orchestra circolare al centro e gradinate da cui gli spettatori potevano assistere allo spettacolo. Di fronte sorgeva un edificio usato dagli attori per prepararsi. Macchinari vari servivano per trucchi scenici, come l’apparizione dall’alto di divinità.
I moderni teatri sono edifici costruiti in modo da utilizzare razionalmente lo spazio, permettendo, nello stesso tempo, buone condizioni di visibilità e di audizione. Comuni a tutti i teatri, tre gruppi di ambienti: quello d’ingresso e di rappresentanza, che comprende portici, atri, biglietterie, guardaroba, scale, corridoi; del secondo gruppo fanno parte la sala (platea, palchi, gallerie, loggiati) e l’orchestra, oltre a vari servizi; il terzo gruppo infine, assai più complesso, comprende il palcoscenico, il proscenio, il boccascena, il retro e il sotto palco, i magazzini, i camerini, i servizi per il personale addetto allo spettacolo, gli uffici del teatro e tutti gli ambienti di servizio.
Lavorare in teatro
Attore
Uno dei principali mestiere è l’attore, che è la persona che recita davanti ad un pubblico di spettatori su un palcoscenico interpretando un ruolo. Un attore deve essere in grado di “immettersi nei panni” di un personaggio, studiandone il copione e seguire le indicazioni del regista durante le prove. Per questo gli elementi fondamentali che deve possedere un attore sono il corpo e la voce. Nel corpo sono importanti qualità quali i gesti, la mimica e nella voce bisogna tener conto della respirazione, dell’intonazione e della dizione.
Regista
Il regista è colui che prende le decisioni su coloro che partecipano alla rappresentazione come scenografi, costumisti, ecc…Si occupa anche di dirigere gli attori.
Direttore artistico
Il direttore artistico, come dice il termine stesso, si occupa della direzione artistica del teatro. E’ una persona con molti anni di esperienza nel settore artistico e che possiede la conoscenza di parecchi testi di teatro. Sono presenti poi il direttore di sala e il direttore di scena.
Direttore di sala
Il direttore di sala è la persona responsabile della sala teatrale (controlla le cassiere, le maschere, il guardaroba, ecc…).
Direttore di scena
Invece, il direttore di scena è la persona responsabile del palcoscenico. Fa sì che tutto funzioni per il meglio e svolge anche il compito di comunicare ai vari attori quando devono entrare in scena.
Coreografo
Poi c’è il coreografo che si occupa di realizzare le scene, le danze, i balletti. E’ il coreografo, appunto, che crea i balletti e i passi di danza necessari ad uno spettacolo teatrale.
Scenografo
Lo scenografoè colui che insieme al regista, osserva e studia le caratteristiche dove viene svolta la rappresentazione.
Corista
Il corista è la persona che, come dice il termine, canta in un coro di uno spettacolo teatrale. Deve partecipare alle prove dello spettacolo e alle varie lezioni. E’ seguito da un capo corista per essere istruito e diretto nel canto.
Costumista
Il costumista è colui che, insieme al regista e allo scenografo, provvede a disegnare i costumi, in base ai costumi e al colore.
Tecnico delle luci
Il tecnico luci è una persona specializzata che collabora insieme al regista, allo scenografo e al coreografo occupandosi, per l’appunto, delle luci dello spettacolo. Deve possedere buone competenze in ambito di tecniche recitative e di arti figurative.
Attrezzista
L’attrezzista è colui cui spetta il compito di trovare gli oggetti necessari a realizzare lo spettacolo. Si tratta di oggetti acquistati oppure oggetti creativi inventati dall’attrezzista. Proprio per questo motivo, l’attrezzista viene anche chiamato trovarobe. Durante le prove dello spettacolo teatrale, l’attrezzista svolge l’importante funzione di controllare gli oggetti presenti in scena (ad esempio, una poltrona, una televisione, ecc…).
Drammaturgo
Il compito di scrivere testi per il teatro spetta al drammaturgo.
Altri mestieri
Per concludere gli altri mestieri dell’ambito teatrale sono: la maschera di sala, il macchinista e il sarto. La maschera di sala si occupa di controllare i biglietti di coloro che vanno a teatro accompagnandoli al loro posto. Il macchinista è, in sostanza, il tecnico che si occupa di montare e smontare le scene. Infine, il sarto è colui che fa i costumi e prende spunto dai disegni del costumista.
Come nasce uno spettacolo teatrale
Il regista, vero animatore dello spettacolo, e i suoi collaboratori diretti, scenografo, costumista, musicista, costituiscono il cervello di una compagnia e la rappresentazione è spesso frutto di ore di duro lavoro preliminare svolto attorno ad un tavolo.
Durante una prima riunione fra i tecnici preposti alla realizzazione dello spettacolo, si discute su tutti i problemi pratici ed estetici riguardanti il testo teatrale in questione. Ognuno esterna le proprie opinioni sul testo, spesso non si è d’accordo sulla via da seguire per un risultato più valido, le discussioni si possono protrarre per ore, finché, sotto la direzione del regista, si giunge ad una conclusione comune e ognuno può cominciare a lavorare per conto suo.
A questa prima riunione ne seguono molte altre, per le quali lo scenografo prepara una serie di schizzi prospettici, che vengono discussi collettivamente, finché seguirà un bozzetto definitivo spesso completato da un piccolo modello che riproduce in miniatura l’intera scenografia fin nei minimi particolari, così che si possa fin da principio avere le idee chiare di come apparirà realizzata. Il costumista, dopo avere consultato le opere storiche, comincerà a tracciare una gran quantità di abbozzi, che si faranno più precisi fino a risultare esatti modelli spesso studiati sulla figura stessa dell’attore che li indosserà; in essi il sarto addetto alla realizzazione potrà trovare chiari dettagli per il suo lavoro.
A questi figurini seguirà un lavoro di campionatura dei materiali onde trovare quel tessuto e quel colore che più si avvicina all’esigenza del modello. Nel frattempo il regista stesso riunisce gli attori sul palcoscenico, i quali, seduti in cerchio, iniziano una serie di prove che cominciano dalla lettura del testo e dalla distribuzione delle parti, e seguitano con un primo approccio con le parti assegnate; poi si continua fino a quando la conoscenza del pezzo non sia tale da poter iniziare le prove in piedi e da poter recitare speditamente con il solo aiuto del suggeritore.
A questo punto cominciano le prove vere e proprie: esse durano ore e ore per molti giorni e sono spesso snervanti e faticosissime. Il regista della platea dà consigli, ordini, suggerimenti.
Sorveglia le prove un direttore di scena, annotando sul suo copione ogni movimento, ogni variazione, ed è lui che deve sempre essere pronto ad ogni richiesta del regista.
Intanto, in appositi capannoni, una schiera di falegnami, mossi da un capo macchinista e sotto la vigile direzione dello scenografo, allestiscono le costruzioni: nascono così da sapienti mani le armature per le montagne, le facciate dei palazzi, ecc…
Da un’altra parte gli scenotecnici traggono dal bozzetto le misure al vero degli elementi da costruire, che in seguito essi stessi provvederanno a dipingere in luminosi saloni nei quali si possa distendere in terra un intero panorama abbracciante tutto il perimetro del palcoscenico. Un tempo lo scenografo stesso si occupava della pittura della sua opera; ora purtroppo tale tradizione si è persa ed è compito degli scenotecnici, che sono però costantemente sorvegliati, di tradurre su una scala più vasta tutte le esigenze pittoriche del bozzetto.
Contemporaneamente, in speciali sartorie opportunamente attrezzate vengono eseguiti i costumi. Questi devono essere provati e riprovati agli attori finché le richieste del figurino non siano completamente realizzate, così che il costume risulti il più possibile simile al disegno approvato dal regista. Il lavoro va avanti così per giorni e giorni, a volte per mesi, finché non giunge l’attesa sera delle prove generali.
La scena per quel momento è montata al completo, con le luci sistemate in modo tale che ogni angolo venga illuminato nella maniera indicata dal bozzetto. Quest’ultima operazione ha richiesto molte ore di lavoro e tutta l’abilità del regista e dello scenografo: ordini, contrordini e spesso sfuriate si sono susseguiti attraverso il microfono collegato con la cabina luci, misterioso regno di fili, di cavi, di interruttori, di manovelle, governato da un capo elettricista coadiuvato da una schiera di svelti aiutanti. Anche i suoni trasmessi da amplificatori e magnetofoni dipendono dal reparto elettricisti.
Finalmente, quando è tutto predisposto, compaiono gi attori, truccati e vestiti secondo la richiesta dell’ordine del giorno che quotidianamente viene appeso all’ingresso dei camerini. Seduti in platea uno accanto all’altro, i tecnici si consultano e propongono definitive modifiche al loro operato; eseguito il controllo dei costumi e del trucco, gli attori si ritirano fino al segnale che li vedrà ricomparire ormai nei panni del proprio personaggio.
Ancora qualche correzione, ancora qualche ultima modifica, e finalmente pronti per la grande sera, quella della prima. Si fa buio in sala, muoiono le ultime chiacchiere, lentamente si apre il sipario, comincia una nuova avventura la cui validità, il cui successo, sarà decretato da coloro che, comodamente seduti in sala, sono chiamati a giudicare il risultato definitivo di tanto faticoso lavoro.
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