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appendicite

La causa più diretta dell’appendicite è l’ostruzione della sua cavità interna, dovuta per esempio a una ridotta peristalsi intestinale. Se questo accade, nell’appendice possono proliferare e ristagnare batteri e muco, fino alla formazione di pus. La gravità dell’appendicite sta nel fatto che se non si interviene tempestivamente a livello medico, l’appendice può forarsi diffondendo tale accumulo nell’addome, complicandosi in peritonite.

Quindi, per quanto l’appendicite sia un’infiammazione molto diffusa, è da considerare un’emergenza medica. La maggior parte delle volte, la cura necessita dell’intervento chirurgico per asportare l’appendice. Per questo motivo è molto importante saper riconoscere quali disturbi possono collegarsi all’infiammazione, perché ci aiuta a intervenire tempestivamente.

Sintomi che indicato l’appendicite

I disturbi che si manifestano con l’infiammazione dell’appendice possono essere di varia natura, in base anche alla risposta del fisico e alle cause scatenanti. Quelli più tipici comprendono:

  • Dolori addominali. I crampi nella parte bassa della pancia, verso destra, sono un chiaro segno dell’infiammazione. All’inizio sono lievi, ma si aggravano nel giro di 24 ore, perché appunto l’appendicite si sviluppa rapidamente. Per riconoscere i crampi, tenete presente che inizialmente possono essere avvertiti nella zona intorno all’ombelico; man mano che si intensificano, il dolore si sposta verso la parte destra. Alcune volte, invece, le fitte di dolore si avvertono direttamente in corrispondenza dell’appendice. Nel caso in cui si verificasse la rottura dell’appendicite, allora il dolore sarebbe percepito in tutto l’addome;
  • Nausea e vomito. Nei giorni precedenti all’infiammazione acuta, la persona può manifestare un costante senso di nausea, fino anche a rimettere il cibo ingurgitato, in quanto la digestione è alterata;
  • Stitichezza o diarrea. L’appendicite può derivare dalla costipazione, con successiva alterazione della flora intestinale e del funzionamento dell’intestino, che non sarà in grado di espellere le feci nel modo corretto. Questo può determinare un’improvvisa stitichezza, ma anche diarrea, in base a come il fisico della persona risponde alla situazione. In alcuni casi, nel periodo prima dell’infiammazione si possono anche alternare le due condizioni fisiologiche, chiaro allarme che l’intestino è fortemente infiammato;
  • Dolore alla gamba destra. Il propagarsi del dolore dell’infiammazione può arrivare fino alla gamba;
  • Febbre. Nel momento in cui l’infezione si sviluppa, la persona può manifestare una leggera febbre al di sotto dei 38 gradi. Se dovesse sfociare in peritonite, la febbre può salire velocemente;
  • Gonfiore addominale. La difficoltà da parte dell’intestino di digerire ed espellere le feci nel modo corretto provoca costipazione e gonfiore addominale. Più una persona è costipata, più avrà difficoltà anche a espellere i gas intestinali, aggravando ulteriormente il gonfiore e i crampi intestinali;
  • Elevato numero di globuli bianchi. Tramite l’emocromo è possibile controllare la percentuale di globuli nel sangue, e un numero troppo alto di globuli bianchi è un sintomo che si manifesta in presenza di un’infezione.

Saper riconoscere tutti i disturbi che possono essere collegati all’appendicite è importante per consultare tempestivamente il medico e intervenire. È un’infiammazione acuta, perciò può aggravarsi e sfociare in peritonite nel giro di 12 o 24 ore.

Cosa fare per tenere sotto controllo l’appendice

L’appendicite, come detto, si sviluppa a seguito di accumulo e costipazione di materiale all’interno della cavità dell’appendice. Questo materiale può essere costituito da residui di cibo, piccole feci che non sono state espulse, parassiti intestinali o, più raramente, corpi estranei. Alla base della prevenzione c’è il corretto funzionamento dell’intestino, che ha il compito di completare la digestione degli alimenti e di espellere il materiale di scarto. Nel momento in cui avvertiamo una difficoltà ad andare di corpo, la stitichezza, se trascurata, può tramutare in stipsi e alterare completamente la flora batterica e l’intestino.

Seguire una dieta corretta e bilanciata è importante per aiutare l’apparato digerente a non sovraccaricarsi, ma se dovessero verificarsi episodi di stipsi o diarrea, è fondamentale ristabilire il funzionamento intestinale sostituendo quegli alimenti che possono irritare ancora di più l’intestino. Fate anche attenzione alle intolleranze alimentari: quando vengono trascurate, l’eccessivo apporto di quei determinati alimenti possono ostacolare la digestione, creando stipsi e conseguente accumulo di gas intestinali.

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Milena Talento25 Luglio 2023

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